Che cos’è la DietaGift

Qualche giorno fa con la mia amica Filumena, poichè siamo in piena fase “siete pronte per la prova costume?” (che tutti gli anni è la stessa menata e tra le altre cose non hanno ancora capito che la donna secca secca senza curve non piace ai signori maschietti? 🙂 qualcuno lo può confermare?) si parlava di diete, regimi alimentari (che poi spiegatemi perchè a Natale mi dovrei rimpinzare di panettoni, varie ed eventuali al pari di un tacchino ripieno il giorno del Ringraziamento e nel giro di 5-6 mesi essere secca come un chiodo :-o?) e durante la nostra conversazione ha menzionato una dieta denominata DIETAGIFT (che bel nome per una dieta :-P) . Confesso che non avevo la più pallida idea di cosa mi stesse parlando e poiché sono curiosa come una scimmia, come dice il mio carissimo amico Anselmo, ho fatto qualche ricerca su internet per documentarmi un po’.
Si tratta di una dieta che non prevede un controllo stretto delle calorie assunte, ma una particolare attenzione verso il consumo dei carboidrati e la qualità dell’alimentazione. Questa dieta con le sue regole induce i centri di controllo ipotalamici a modulare l’accumulo o il consumo di “scorte”.
Il punto di partenza per perdere peso si basa sull’attivazione del metabolismo (difficile da ottenere quando si riduce la quantità di cibo, come nelle diete più comuni) attraverso una graduale educazione al movimento e un’intelligente distribuzione dei pasti nella giornata.

La dietaGift ruota su tre regole fondamentali :

– l’attivazione del metabolismo;

– la modulazione degli “ormoni segnale”;

– la quantità dei nutrienti.

L’attivazione del metabolismo

Per metabolismo si intende un organismo che lavora a pieno regime nel consumo delle calorie assunte, nell’eliminazione delle tossine, riparazione dei tessuti danneggiati, nella rapidità mentale e nella capacità di esprimere dal punto di vista fisico.
Al contrario un metabolismo pigro porta a consumi delle calorie rallentati, indolenza fisica e mentale, accumulo di tossine, recupero lento e estrema facilità ad ingrassare ed inerzia nel dimagrimento.
Normalmente quando la quantità di cibo introdotto diminuisce il nostro organismo risponde rallentando i consumi (aspetto che molte diete non considerano) e che ci spinge a non considerare il conteggio delle calorie assunte.
Durante l’evoluzione si è avuto più paura della fame che della sovrabbondanza di cibo e il corpo umano ragiona in questi termini.
L’organismo tende a considerare ogni caloria assunta appena percepisce una carenza di cibo. Questa sorta di “ragionamento” ha, in passato, salvato la vita agli uomini primitivi, ma oggi può accorciare la nostra vita perché le restrizioni alimentari rischiano di far rallentare il ritmo metabolico nel complesso.
Quando l’assunzione delle calorie torna a livelli normali sarà necessario del tempo prima che si ritorni al suo consumo ottimale. Ed è in questa fase che il corpo riacquisterà grammo su grammo il peso perso in precedenza. Questa oscillazione di peso può essere collegata maggiormente al rischio cardiovascolare rispetto all’obesità.
Il dimagrimento avviene solamente quando la quantità di calorie assunte è inferiore a quella consumata, quindi possiamo dire che il medesimo risultato si può ottenere più facilmente assecondando le tendenze del nostro corpo piuttosto che contrastandole.
Questo è in sintesi il percorso che la DietaGift vuole seguire.

 I punti fondamentali su cui si concentra questa dieta (che ha lo scopo di mantenere altri i consumi energetici alimentandosi in modo sano ed equilibrio anche in periodo di regime alimentare) sono i seguenti:

– La distribuzione dei pasti nel corso della giornata;
– L’attivazione fisica;
– Un’adeguata quantità di proteine ad ogni pasto;
– Il controllo dei picchi glicemici;
– La riduzione dell’infiammazione dell’organismo.
 
Rispettando questi punti si alza stabilmente i consumi energetici quotidiani, accelerando il dimagrimento da un lato e dall’altro “risvegliando” positivamente l’organismo nel suo complesso, con di conseguenza effetti positivi sotto l’aspetto fisico e mentale.

Distribuzione dei pasti

Al momento del risveglio il nostro organismo riceve una sorta di segnale il quale ci dice se c’è abbondanza o carenza di cibo. Una colazione abbondante “riferisce” al corpo che può consumare energie senza preoccuparsi e tutti i sistemi metabolici fisici e mentali sono arrivi al 100%.
Se il metabolismo è rallentato non significa che di conseguenza è rallentato anche il nostro corpo ma vengono fatte delle scelte precise quindi alcuni sistemi sono attivi al 100% altri al 70-60 ecc ecc.
La logica è che sistemi che si possono definire “meno urgenti” (come quello immunitario, o quello emuntore) possono ritardare le loro funzioni di qualche ora o qualche giorno. Se questo rallentamento dei distretti meno “urgenti” dovesse essere costante possono insorgere allergie, intolleranze alimentari, invecchiamento precoce. Vivere non al 100% significa perdere un equilibrio prezioso per la nostra vita. La dietaGift prevede dunque una colazione ricca e completa (sbagliato quindi non fare colazione al mattino o farla male) un pranzo equilibrato e una cena leggera.
L’equa distribuzione delle calorie consente al nostro organismo di partire a pieno regime, ritmo che rallenta alla sera per limitare la fase notturna di accumulo da evitare la stratificazione dei grassi diffusa nelle persone che mangiano in eccesso prima di andare a dormire, con ulteriore aspetto positivo la qualità del sonno e la riduzione dello stress.

 Attivazione fisica

Per accelerare il metabolismo è importante il movimento fisico, che eseguito in modo regolare e costante porta ad una attivazione coerente di tutti i distretti, attivazione che dura nel tempo e non diminuisce i suoi benefici durante la fase di riposo.
In caso di vita sedentaria o infermità l’organismo tende anche in questo caso a orientarsi verso il risparmio energetico (l’uomo primitivo ferito non poteva facilmente procurarsi cibo!), quindi verso l’accumulo di grassi e il rallentamento dei ritmi biologici.
L’esercizio fisico più adatto per l’attivazione del metabolismo è quello più simile all’attività naturale dell’uomo primitivo ovvero lunghe camminate nei boschi, con corse occasionali, nuoto, sollevamento pesi, passaggio di ostacoli per la durata di tutta la giornata.
La scelta dell’esercizio fisico cadrà su forme di movimento che (oltre a piacere) siano in grado di stimolare i sistemi aerobici, doti di resistenza quindi vanno bene camminare, correre, nuotare, pedalare, pattinare, sci da fondo, canottaggio, step, ginnastica aerobica, esercizi che si inizieranno gradatamente e principalmente eseguirli divertendosi.
L’attività fisica scelta deve permettere di consumare una quantità sufficiente di calorie, stabilita in modo individualizzato. Il regolare utilizzo degli apparati muscolari, scheletrici e cardiovascolari porta ben presto a una crescita della massa magra, che aumenterà, per così dire, la nostra “cilindrata”, incrementando i nostri consumi energetici anche a riposo e attivando in modo equilibrato ogni apparato, con conseguenze stupefacenti sull’attivazione metabolica complessiva.
Il movimento aerobico regolare e costante ha anche effetti molto intensi sul nostro benessere psicofisico: migliora la funzionalità insulinica, elimina tossine, stimola la resistenza fisica al dolore, produce endorfine a livello cerebrale, aumenta la nostra massa muscolare, ha effetto antidepressivo, abbassa la pressione arteriosa, ripulisce le arterie dal colesterolo “cattivo” LDL solo per citare alcuni aspetti positivi.

 Il controllo della glicemia

La calma insulinica: l’insulina è l’ormone secreto dal pancreas che ha l’importantissima funzione di regolare, con il suo intervento, il livello degli zuccheri nel sangue. Questa non è l’unica funzione dell’insulina, infatti essa è coinvolta nella ricostituzione delle scorte di glicogeno (lo zucchero di riserva del mondo animale), così come nell’accumulo di grassi di riserva.
Per tutte queste sue funzioni, che sono centrali nelle dinamiche di ingrassamento e nel sostenimento di un eventuale stato di infiammazione interno, l’attento controllo del comportamento dell’insulina nell’organismo può aiutarci a ridurre il peso in eccesso e, contemporaneamente, a proteggerci dall’insorgere o dall’aggravarsi di numerose malattie: dal diabete all’infarto, dall’obesità alle allergie.
Se il livello ematico di zuccheri è troppo basso, l’insulina fa partire immediatamente lo stimolo della fame; se è troppo alto, invece, il rischio di tossicità è talmente elevato, che un segnale d’allarme viene tempestivamente inviato al pancreas perché secerna la quantità di insulina necessaria.
Il nostro corpo dunque, considera “normale” un livello di zuccheri nel sangue estremamente stabile. La compensazione degli eccessi, in particolare, è considerata un evento eccezionale, come una sbronza o un’indigestione (gli uomini primitivi non avevano infatti a disposizione una quantità di zuccheri e amidi nemmeno vagamente simile a quella attuale!).
Il nostro corpo del Pleistocene, dunque, tutte le volte che si ciba di un piatto di pasta bianca raffinata, non appena vede salire la glicemia, manda un forte segnale di allarme, che chiama in azione l’insulina fino a che i livelli non sono di nuovo regolati.
Tale operazione però presenta diversi inconvenienti il più importante dei quali è che la produzione di insulina non è eterna purtroppo.
Un continuo utilizzo di questo ormone tende a provocare, negli anni, un diabete, un’incapacità di far fronte ai rialzi glicemici. L’insulina in circolo, inoltre, crea una predisposizione organica di tipo infiammatorio, attraverso lo stimolo alla produzione di citochine che orientano l’azione del sistema immunitario in quella direzione, con conseguenze patologiche di vario genere.
L’insulina continua la sua azione sul sangue fino a che non è ben sicuro che non vi sia più alcun rischio Dunque non si fermerà proprio nel punto perfetto, ma proseguirà ancora un poco la sua azione, fino a far scendere a livello di sicurezza la glicemia.
A quel punto (una o due ore dopo l’assunzione del “piatto di pasta”) la glicemia sarà bassa, e avremo uno stimolo alla fame, che ci spingerà a mangiare di nuovo. Ma si tratta di una fame fasulla, non corrispondente quindi ad un reale bisogno del nostro organismo. Se facciamo uno spuntino esclusivamente a base di carboidrati la glicemia salirà vertiginosamente con il conseguente intervento dell’insulina e la ripetizione del ciclo.
Solo dalla comprensione dei perché (evolutivi) e dalle dinamiche (metaboliche) di questo meccanismo molto pericoloso, potremo capire perché – talvolta senza accorgercene – ingrassiamo.
Mettendo in atto alcuni salutari comportamenti alimentari volti al mantenimento della calma insulinica, potremo invertire la tendenza e quindi ridurre il peso in eccesso.

I metodi per il raggiungimento della calma insulinica utilizzati dalla dieta GIFT si basano essenzialmente su:

– Accoppiamento proteine/carboidrati;
– Scelta di cibi a basso indice glicemico;
– Carico glicemico controllato;
– Utilizzo prevalente di carboidrati integrali o ricchi di fibra;
– Rifiuto di cibi zuccherini raffinati industriali;
– Aumento della sensibilità recettoriale attraverso il movimento;
– Controllo dello stress e riduzione del fabbisogno zuccherino.

Solo con l’inserimento graduale nelle nostre abitudini quotidiane di tutti i metodi qui accennati sarà possibile intervenire in modo deciso sull’attività dell’insulina all’interno dell’organismo.
Nessuno di questi metodi è singolarmente decisivo, ma in una visione globale consentirà di dimagrire ritrovando benessere e salute in modo naturale e senza forzature.

La qualità dei nutrienti

Qualunque regime alimentare rivolto al benessere e alla salute, oltre che al dimagrimento, non può trascurare l’importanza di un apporto di cibi sani, dalle elevate qualità nutritive.
Il nostro apparato digerente si è evoluto per nutrirsi dei cibi naturali disponibili nelle valli e nelle foreste: foglie, bacche, radici e occasionalmente carne di piccoli e grandi animali.
I cibi venivano consumati quasi sempre crudi, con tutta la loro fibra e, quel che è più importante, appena colti dagli alberi, o strappati alla terra o alla vita. Il contenuto di vitamine, di oligoelementi, di fibra era del tutto inalterato, e la varietà di cibi diversi, in piccole quantità, era un obbligo assoluto.
Inutile perdersi in dimostrazioni pseudoscientifiche del fatto che mescolando farina bianca raffinata, crusca di grano, zucchero e un pasticcio di vitamine varie, in fondo si offre un mix accettabile.
Il buon senso, prima di qualunque ricerca, ci dice che i cibi freschi, crudi e ricchi di fibre, sono quelli per i quali il nostro sistema digestivo si è strutturato.
La DietaGIFT, che prevede l’acquisizione stabile e permanente di nuove abitudini alimentari, non può permettersi errori o sottovalutazioni di questo genere.
È necessario quindi, nell’ambito dell’insieme delle regole GIFT, dare massima importanza al controllo della qualità dei cibi. Col tempo si scoprirà con sorpresa, che i cibi più sani sono anche, molto spesso, quelli più buoni.

 Le regole dalla DietaGIFT che fanno riferimento alla qualità dei cibi, sono quelle relative a:

Indice glicemico;
– Abbondanza di frutta e verdura;
– Assunzione di fibra indigeribile;
– Freschezza e biologicità dei cibi;
– Crudità e trattamenti di cottura blandi;
– Scelta preferenziale di cibi integrali;
– Colore dei cibi;
– Digeribilità dei cibi;
– Rotazione degli alimenti verso i quali vi siano intolleranze;
– Riduzione al minimo di cibi raffinati o impoveriti;
– Riduzione al minimo di cibi conservati, alterati, aromatizzati;
– Rifiuto dei grassi idrogenati.

Le prime considerazioni da fare, prima di trarre qualsiasi conclusione in merito a questo elenco, è che le indicazioni qui riportate devono essere considerate una “direzione” e non un obbligo assoluto.
Se è vero infatti che l’applicazione rigorosa di quanto detto può grandemente aiutare la nostra dieta-benessere, è anche vero che la qualità dei cibi va inserita all’interno degli altri punti “cardine” appena visti (attivazione metabolica e calma insulinica) con i quali forma una unità inscindibile.
Non fossilizziamoci dunque su uno o due punti che troviamo “difficili”, all’interno dell’elenco. Se impiegheremo due mesi o un anno a imboccare la giusta strada, poco cambierà. Ma una volta intrapresa questa strada la sentiremo “nostra” fino in fondo, con tutti i suoi benefici psicofisici. Analogamente, ogni conquista, ogni chilo perso, sarà stabilmente nostro, perché sarà stato compreso (e “digerito”) anche il perché del precedente squilibrio.

Voi la conoscevate? Se si vi siete affidate a questo tipo di dieta? Come vi siete trovate?

 Fonti:

Dietagift
– da Wikipedia Metabolismo Sistema immunitario Insulina Pancreas Glicogeno Pleistocene Citochine Apparato digerente Indice Glicemico
Albanesi
Crisceb
Dietabit

Foto:

Ledonneverdiveronesi

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6 Risposte to “Che cos’è la DietaGift”

  1. quasimamma Says:

    Ok adesso, ti faccio ridere (o piangere) Quando ho letto dieta-gift pensavo che ad ogni chilo presto ci si dava un premio… mi stavo già gasando..

    • casacesira Says:

      ahhahhaahha magari quasimamma purtroppo non funziona così nessun premio però se vuoi possiamo trovare un modo per gasarci, gratificarci e darci man forte mentre siamo in dieta….. 🙂

  2. marco Says:

    Funziona! solamente la concentrazione per leggere tutto il post mi ha fatto perdere calorie!!!

    • casacesira Says:

      E solo nel leggere il post, pensa mettendo in pratica ciò che è scritto che risultati fantastici si potrebbero ottenere 🙂

  3. bruna chemello Says:

    come posso seguire la dieta?è come la zona?e dove la trovo?grazie

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